fbpx

E con lui siamo sempre in guerra…

Cosa significa mancanza di rispetto per un genitore?

E cosa significa per un figlio adolescente?

Per entrambi, ha a che fare quasi sempre con un comportamento esplosivo, che il genitore subisce, e l’adolescente agisce.

Del resto, non è un mistero che l’adolescenza sia un’età orientata all’azione piuttosto che al fine ragionamento; si fa, non si pensa.

E questo vale anche per quella che i genitori, spesso, chiamano mancanza di rispetto.

Dal punto di vista comportamentale, che un figlio manchi di rispetto ai propri genitori in adolescenza significa:

  • che gli urla contro;
  • che adopera un linguaggio inadeguato;
  • che disobbedisce alle regole;
  • che attua un comportamento provocatorio, di sfida;
  • che tratta con ostilità, o con scherno.

In altre parole, l’adolescente che manca di rispetto è un adolescente che non riconosce l’autorità dei genitori.

Una condizione che mette senz’altro in difficoltà l’adulto, ma che è bene considerare, allo stesso tempo, come una richiesta d’aiuto da parte del figlio; dunque, un’espressione camuffata di malessere.

Perché mi sfida in questo modo?

Sfida, in adolescenza, significa ribellione… e ribellione, per un ragazzo, significa affermare la propria individualità, anche scavalcando quella dei genitori.

Si badi bene: questa forma di ribellione adolescenziale non va pensata solamente in termini di manifestazioni clamorose, come quella descritta in questo articolo.

Talvolta, anche un comportamento meno espansivo, ma più ostinatamente introverso, può essere indice di questa condizione psicologica.

Tornando alla mancanza di rispetto e alla ribellione, occorre partire da due presupposti fondamentali:

  1. l’adolescente che si ribella ha qualcosa, nella sua vita emotiva, che non lo soddisfa, ma anzi, è causa di sofferenza;
  2. prima di condannare gli atteggiamenti oppositivi e provocatori dell’adolescente, è necessario capire perché li agisce.

È evidente che il punto e il punto sono strettamente connessi.

Ed è anche chiaro che praticare il secondo, attraverso un atteggiamento paziente e comprensivo, è straordinariamente difficile.

In linea generale, l’adolescenza segna il passaggio dalla totale dipendenza dai genitori a una dipendenza parziale.

È una condizione che il ragazzo vive, allo stesso tempo, con grandi aspettative e con grande angoscia.

Ha piacere a sperimentarsi nel mondo, ma anche paura.

Diciamo, allora, che la rabbia e l’atteggiamento provocatorio rappresentano per lui come un serbatoio ulteriore di carburante: sembrano dargli più energia per affrontare questo passaggio.

Sì.

Ma non tutti diventano scontrosi e irascibili.

Ed è proprio qui che sta la sofferenza soggettiva: se un adolescente, per “sganciarsi” dai genitori, ha bisogno di fare il diavolo a quattro… vuol dire che qualcosa, di questo passaggio, lo agita particolarmente.

Come accennato prima, anche una reazione diametralmente opposta fa scattare, lo stesso, un campanello d’allarme: un adolescente che si intimidisce, che accetta qualunque imposizione senza mai far sentire la propria voce… sta forse rifiutando la componente sana della spinta all’emancipazione tipica dell’adolescenza.

Si può dire che, sia l’adolescente che esplode, sia l’adolescente che… implode, pone al genitore la stessa domanda:

«Vediamo adesso che cosa ne fai, del mio comportamento!»

La sfida, in fondo, è tutta qui: l’adolescente si aspetta una risposta, dai propri genitori, e dentro di sé, desidera che questa reazione abbia una finalità: gestire la sua paura di crescere.

Come genitori, che cosa si può fare?

La cosa più difficile di tutte: resistere alla forza d’urto dei suoi comportamenti irriverenti, o irrispettosi, o rabbiosi.

Questo non significa avallare le manifestazioni dell’adolescente incazzato senza reagire.

Significa accoglierne il dolore, inviare il messaggio indiretto

capiamo quanto tu sia arrabbiato, e ferito, e angosciato.

Ma, allo stesso tempo – cosa fondamentale in adolescenza – ripristinare costantemente le posizioni:

Lo capiamo perché siamo i tuoi genitori, ti conosciamo e possiamo ancora guidarti per un po’, nel mondo.

Sembra banale, ma le cose stanno così: l’adolescente si comporta da… adolescente, si può dire che fare la guerra ai genitori (attivamente o passivamente) sia nella sua natura.

Ma in adolescenza, questi comportamenti non sono, davvero, diretti ai genitori.

Piuttosto, sono l’espressione del malessere interiore che agita da dentro il ragazzo.

È difficile rimanere pazienti e comprensivi di fronte ad attacchi e aggressioni verbali, ma è necessario.

Individuare la fonte problematica interna che dà forza al comportamento oppositivo (è deluso da se stesso? Ha paura di essere rifiutato) è altrettanto fondamentale, e in questo senso anche la psicoterapia può aiutare laddove ogni sforzo appare inutile.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova