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È possibile accelerare un percorso di cura?

Premessa: in psicologia, la parola guarire è piuttosto fuorviante. Più che “guarire”, in psicoterapia si cambia, ci si trasforma.

Tendenzialmente no.

Da che mondo è mondo, ogni malattia curabile, dalla più grave alla meno grave, ha dei tempi di manifestazione e dei tempi di risoluzione abbastanza definiti.

Che sia una gastroenterite, una bronchite o soltanto un brutto raffreddore, la guarigione non segue il nostro desiderio di velocità.

Questo discorso vale anche per il disagio psicologico… anzi, vale anche di più!

Cosa rende “lenta” la cura psicologica?

Ne avrai sentito parlare, o l’avrai letto in uno dei miei articoli: la psicoterapia è un percorso lungo.

Chi dice il contrario, evidentemente promette soltanto cambiamenti a breve termine: corto è il cammino della cura, corte sono pure le sue gambe

Ciò che rende “lenta” la psicoterapia è il fatto che la causa del malessere psicologico si nasconde.

Non bastano due, tre, dieci colloqui per venire a capo di un problema nella sfera emotiva.

Un numero così risicato di incontri, casomai, serve a circoscrivere il problema, a capire dove cercaresu che cosa lavorare.

Pensa alla psicoterapia come a un lavoro di sartoria: esistono i grandi negozi che producono migliaia di capi tutti uguali… e poi esiste il sarto che compone su misura il vestito giusto per te.

Le psicoterapie “brevi” sono come gli abiti dei grandi magazzini: non tengono conto delle differenze individuali. Non possono: non hanno il tempo di scoprirle.

Le psicoterapie “lunghe” fanno luce sulle parti più profonde del paziente, e la cosa è necessaria, per scoprire il motivo centrale della sua sofferenza; per farlo, però, hanno bisogno di tempi più estesi.

Non si tratta solo della scoperta delle cause profonde.

Si tratta anche della risoluzione dei problemi.

Le difficoltà di natura psicologica si rafforzano nel tempo, s’irrigidiscono perché – fin quando non ci si interviene – i meccanismi sottostanti si ripetono fino a diventare automatici.

Intervenire su queste rigidità non è come dare un’aspirina al paziente con la febbre: l’effetto si vede solo nel tempo.

È una questione di complessità: se bastassero poco tempo e poche risorse… beh, non ci sarebbero persone che soffrono, perché intervenire sarebbe facile.

E invece non lo è.

La psicoterapia è questione di tempo e di sforzo personale… a tutti i livelli: economico, energetico, temporale…

Ma è bene che chi cerca un aiuto in campo psicologico abbia le idee chiare: guarire in fretta è una finzione.

Gli interventi brevi, al massimo, risolvono l’urgenza di un momento; i sintomi del dolore emotivo, se non si interviene in profondità, tornano a farsi sentire molto presto. 

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova