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Sentire un vuoto dentro.

Non è facile descrivere a parole la sensazione di un vuoto dentro.

Eppure, è una condizione sperimentata da moltissime persone ogni giorno.

Percepire un senso di vuoto è una percezione a metà tra corpo e mente:

  • c’è chi la avverte all’altezza dello stomaco, come un buco;
  • c’è chi la avverte all’altezza dello stomaco, ma come un peso, un’oppressione;
  • c’è chi la avverte nella mente, e la descrive come una nebbia che offusca i pensieri;
  • c’è chi la avverte nel proprio modo di sentire le emozioni.

Le persone che soffrono di questo disagio raccontano che la sensazione di vuoto dentro sia un’accompagnatrice silenziosa delle loro giornate.

Il mondo va avanti, e con esso, tutto ciò che fa parte della vita:

  • la scuola;
  • il lavoro;
  • la famiglia;
  • gli hobby;
  • le occasioni sociali;

e così via.

Eppure, tutto ha anche meno sapore di come dovrebbe essere.

È come se lo stress sia più intenso di quanto sembri per gli altri.

Ed è come se nulla sia davvero gratificante fino in fondo.

C’è un elemento che quasi sempre accomuna le persone che soffrono di questo disagio: non riescono a spiegarsi perché.

E se mancasse qualcosa?

Come detto, apparentemente non sembra esserci qualcosa di sbagliato.

Le cose procedono in maniera lineare.

La vita contiene tutti gli ingredienti che servono per essere sereni.

Eppure…


Ho una vita normale, perché mi succede?
Non c’è nulla che non vada, allora come mai ho questa sensazione?

A ben vedere un motivo c’è sempre.

La parola che si avvicina di più a inquadrarlo, forse, è insoddisfazione.

Qualcuno arriva a percepire questa sensazione di delusione, sottile ma costante, verso ciò che hanno.

Questo qualcuno arriva così a spiegarsi la sensazione di vuoto con l’assenza di qualcosa nella propria vita:

Qualcun altro fa più fatica a mettere a fuoco questa mancanza.

Quando però è sollecitato a farlo, qualcosa comincia a materializzarsi.

Ho tutto, eppure manca qualcosa.

Dal senso di vuoto al senso di colpa.

Se c’è un vuoto dentro, è perché c’è un’assenza, una mancanza interiore.

Una volta effettuato questo passaggio di autoconsapevolezza, per alcuni subentra il senso di colpa.

In fondo ho tutto, di che cosa mi lamento?

Accettare che manchi qualcosa è difficile per due motivi:

  • ci si sente come degli ingrati: ho tutto dalla vita, eppure non mi basta;
  • ci si sente impotenti: ho tutto dalla vita, allora come faccio a ottenere ciò che davvero mi manca?

Convivere con questa combinazione di senso di vuoto e senso di colpa produce una condizione di malessere crescente.

Qualcuno la chiama depressione sorridente: si percepisce un forte dolore interiore, ma si sorride all’esterno.

Senso di vuoto e psicoterapia.

Non è facile afferrare le motivazioni profonde del senso di vuoto.

E non è facile accettare che manchi qualcosa.

La psicoterapia è il modo migliore per entrare in contatto emotivo e diretto con tutto ciò che genera il senso di vuoto.

Intraprendere un percorso di psicoterapia significa lasciarsi accompagnare in un processo di

  • maggiore consapevolezza dei propri desideri (e perciò, anche di ciò che manca per raggiungerli);
  • maggiore accettazione del fatto che non è facile ottenere ciò che si desidera intimamente… ma questo non è un buon motivo per trascurarlo.

Come mai non si può far finta di niente?

La risposta è duplice.

Vivere col fardello di questa sensazione che non va via è particolarmente pesante.

Inoltre, ignorare un problema non lo risolve.
Semmai, lo intensifica.

La ricchezza interiore garantita dalla possibilità d’individuare i propri desideri più nascosti è senza dubbio la “promessa” migliore di una psicoterapia del vuoto interiore.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova