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Perché sono depresso se non c’è una ragione?

Esiste una forma di depressione che apparentemente non ha motivo d’esistere.

È una depressione di cui, per l’appunto, sembra impossibile trovare una causa.

Quasi sempre, si associa alla tristezza una spiegazione ben tangibile:

  • una separazione;
  • una delusione d’amore;
  • un lutto;
  • la perdita del lavoro;

e così via.

In effetti, la depressione ha sempre una motivazione.

Anche quando non si riesce a individuarla.

Capita, per l’appunto, di sentirsi depressi senza capire il perché.

Questa forma di depressione senza causa apparente non è certo meno pesante delle altre:

  • costringe a una tristezza opprimente e onnipresente;
  • rende faticosa ogni occasione sociale;
  • appesantisce qualsiasi attività personale, anche il solo alzarsi dal letto;
  • impone la dolorosa sensazione che la vita non abbia senso.

La sola differenza è che, per questa forma di malessere, sembra non esserci una spiegazione concreta.

Esiste una depressione immotivata?

La risposta è no.

Qualunque espressione di disagio emotivo è generata da una fonte di stress personale più o meno evidente.

Cosa comporta il fatto di non trovare una ragione nella realtà esterna?

Non trovare un motivo “valido” per la propria sofferenza finisce per sminuire il dolore personale:

Non ho motivo per stare così male, devo reagire!

Facile a dirsi, forse, difficilissimo a farsi.

In base a questa convinzione errata, però, molte persone provano a seppellire la propria sofferenza.

La trattano come pigrizia, ad esempio: un difetto da estirpare.

Oppure, si mascherano dietro a un costante sorriso forzato.

Non si supera una sofferenza nel proprio mondo interiore con uno scatto di volontà.

mondo interiore è la parola chiave, o per meglio dire, il luogo chiave.

La ragione profonda di un’angoscia personale si nasconde proprio lì.

È, solitamente, una ragione che ha a che fare

  • con una insoddisfazione personale “inconfessabile”, per la quale non ci si perdona e che dunque si tiene nascosta anche a se stessi;
  • con una ferita emotiva che ci si porta dentro, come un’emorragia interna.

Per farla più breve:

C’è sempre una ragione che spiega la depressione. Talvolta, è “solo” nascosta.

Partire da questo presupposto può cominciare ad alleggerire il senso di colpa personale.

Soffrire non è un capriccio.

Depressione nascosta e psicoterapia

Per liberarsi di questa sensazione tormentosa, occorre innanzitutto individuare questo “motivo nascosto”.

Farlo da soli è complicato:

C’è un motivo anche nel fatto che la ragione sia nascosta.

Una parte di se stessi rifiuta l’esistenza di questa ragione.

Questa parte va accompagnata in un processo di conoscenza che non può essere immediato.

La psicoterapia apre esattamente questo canale di autoconsapevolezza che, altrimenti, rischia di rimanere inaccessibile.

La possibilità di dare orecchio a un dolore inascoltato è, di per sé, un punto di partenza importante: chi si sente depresso senza un motivo, come accennato, spesso non ne fa parola con nessuno.

È a cominciare da questo ascolto che è possibile individuare le cause profonde del proprio malessere.

Parlare del proprio dolore significa ricomporne il puzzle, rimetterne insieme i pezzi.

Parlarne, sentendosi ascoltati, permette di tracciare connessioni tra ciò che accade e come ci si sente.

E aumentare la propria autoconoscenza è un elemento di benessere fondamentale.

Non è giusto condannarsi a una vita di sofferenza nascosta perché non si trova un motivo “ragionevole” per il proprio dolore.

La psicoterapia è un modo per dare voce, una volta per tutte, al proprio tormento… e affrontarlo faccia a faccia.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova