fbpx

Autonomia e dipendenza in psicoterapia

Autonomia personale e dipendenza sono due dimensioni piuttosto sollecitate in psicoterapia.

La prima rappresenta un obiettivo fondamentale di qualsiasi percorso di cura.

La seconda è invece una dinamica che può innescarsi all’interno di un trattamento in modo quasi fisiologico.

In questo gioco dialettico tra autonomia e dipendenza si costruisce molto dell’efficacia di una psicoterapia.

Tanto l’una quanto l’altra meriterebbero una trattazione ben più approfondita di quanto sia possibile in quest’articolo.

Formulare alcune osservazioni sull’argomento però consente di capire meglio che cosa sia e come funzioni un rapporto psicoterapeutico.

La psicoterapia serve a tante cose e può essere descritta in moltissime maniere.

Parlare di autonomia e dipendenza in psicoterapia però è un buon modo per centrare alcuni punti cruciali.

Tanto per cominciare, proviamo a fare chiarezza su questi due termini e sulla loro interconnessione.

Dalla dipendenza all’autonomia

Con autonomia s’intende autodeterminazione, ovvero, la possibilità di decidere della propria vita, di determinarla in maniera indipendente dagli altri.

Chi approda a un percorso di psicoterapia lo fa per i motivi più svariati, che riguardano comunque una sofferenza esistenziale in uno o molteplici ambiti.

Molto spesso, le ragioni di questa sofferenza hanno a che fare anche con la difficoltà ad autorizzarsi a prendere la propria, personale strada nel mondo.

Altre volte, invece, il desiderio di indipendenza dagli altri è talmente rigido da impedire relazioni realmente soddisfacenti con gli altri.

Il punto focale è che non esiste qualcosa come la totale autosufficienza.

È possibile, però, guadagnare porzioni di autonomia nella propria vita e raggiungere un equilibrio tra dipendenza e indipendenza dagli altri.

Tanti pazienti attraversano in psicoterapia una fase di dipendenza dal terapeuta e dalle sedute.

La psicoterapia offre un’opportunità che non ha paragoni con qualunque altra situazione relazionale esterna.

È l’opportunità di un ascolto costante, mai giudicante, interamente dedicato alla persona. 

Come detto, questa forma di dipendenza è una dinamica quasi fisiologica, perché ricalca una gestione del tutto umana di quella che potremmo definire una asimmetria relazionale.

È una fase che, così concettualizzata, può essere percepita da qualcuno con un senso di minaccia.

Dipendere da qualcuno… e per giunta, da uno sconosciuto!

Altri pazienti, invece, più o meno consapevolmente desiderano un rapporto di dipendenza, che “duplica” qualcosa di molto simile a quello con i propri genitori.

Dipendere da qualcuno significa, tra le tante cose, anche delegare la propria vita a quel qualcuno: scelte, decisioni complesse…

Per entrambe le tipologie di persona, comunque, l’obiettivo è lo stesso: promuovere un senso sano ed equilibrato di autonomia personale.

La psicoterapia come palestra per il mondo (sociale e… personale)

La relazione che si instaura con lo psicoterapeuta riproduce le modalità interattive che la persona ha con il resto del mondo.

Differenza sostanziale è che lo psicoterapeuta, invece di rispondere come fa il mondo, accompagna il paziente nella comprensione profonda dei suoi meccanismi relazionali.

Questa promozione di autoconsapevolezza è fondamentale

  • per riconoscere i propri punti di forza, quelle qualità che consentono di pensarsi come persone valide e autonome;
  • per riconoscere le proprie debolezze, quelle fragilità che impediscono di pensarsi come persone valide e autonome.

Comprendere se stessi è un processo che passa proprio attraverso questo confronto terapeutico.

La “dipendenza” di cui parliamo all’interno di un percorso di psicoterapia è propedeutica a uno sgancio definitivo.

Vale a dire, a un recupero consistente e duraturo di quell’autonomia che è alla base di un rapporto equilibrato con le persone e con il mondo.

Sintetizzando in maniera estrema, si può dire questa fase di parziale dipendenza può essere uno scotto da pagare alla scelta d’intraprendere un percorso.

La gestione di questa fase – gestione che è responsabilità del terapeuta, innanzitutto – consente di transitare verso un’autonomia più matura e consapevole.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova