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Come funziona la psicoterapia?

Come funziona la psicoterapia? è una domanda che ricorre spesso nella prima seduta.

Forse, ancora di più della domanda a che cosa serve la psicoterapia?

Si tratta di una questione tutt’altro che banale: non è facile descrivere a parole come funziona un percorso di terapia

La ragione di questa complessità sta nel fatto che non esiste una psicoterapia uguale a un’altra

così come non esiste un’idea unica di benessere psicologico.

Quella che può essere un’utile indicazione per un certo tipo di persona, può essere del tutto improduttiva per un altro tipo di persona.

Nello svolgimento del proprio incarico di cura, lo psicoterapeuta è orientato

  • da alcune linee guida professionali, che riguardano ad esempio il rispetto del codice deontologico, oppure la gestione interpersonale delle comunicazioni verbali del paziente (qualunque paziente merita attenzione e sollecitudine emotiva);
  • da un adattamento dello strumento psicoterapeutico alla soggettività del paziente, con l’obiettivo di costruire un percorso di lavoro cucito su misura rispetto alle caratteristiche e ai bisogni della persona

La metafora “sartoriale” funziona bene per descrivere la differenza tra questi due punti.

Chiunque si rivolga a un sarto, si aspetta che la qualità dei tessuti sia di alto livello (e che sappia lavorare bene!).

Ma a fare la differenza è il lavoro che il sarto predispone sulle specifiche misure del cliente.

Insomma, un sarto deve garantire che i suoi strumenti di lavoro (stoffe, macchina per cucire) siano appropriati.

Altrettanto, uno psicoterapeuta deve garantire che la propria preparazione professionale sia all’altezza del compito delicato che gli viene affidato: prendersi cura di una persona in difficoltà

Poi, però, il cuore del lavoro è tutto nella gestione soggettiva delle esigenze del cliente/paziente

Corporature differenti richiedono scelte differenti, metro alla mano.

Allo stesso modo, forme di malessere emotivo differenti, nella forma e nell’espressione sintomatologica, reclamano attenzioni del tutto esclusive.

La psicoterapia è innanzitutto relazione 

È scorretto paragonare la cura psicoterapeutica a una forma di trattamento medico, come fanno in tanti.

Fermo restando che anche nel campo della medicina è fondamentale la personalizzazione del rapporto tra curante e paziente.

 

Il punto è che la sofferenza interiore è una questione talmente individuale da rendere difficile qualsiasi confronto con altre forme di disagio. 

Questa assoluta specificità (ben diversa da… una gastroenterite, o da un danno ortopedico!) impone flessibilità al modello di psicoterapia.

La psicoterapia deve sapersi “aggiustare” su quelle che sono

  • le caratteristiche personali del paziente;
  • il significato soggettivo che un certo tipo di problematica psicologica ha nella sua vita (della serie: non esiste una depressione, o un’ansia, o un lutto… uguale a un altro).

Le prassi professionali, che pure sono fondamentali, arrivano fin dove possono arrivare.

Non si tratta, insomma, di una semplice applicazione di principi.

La personalizzazione del rapporto, in psicoterapia, si sviluppa attraverso la relazione tra terapeuta e paziente

È proprio questa “relazione” che non può essere descritta facilmente a parole, perché è unica e irripetibile

Questa forma di relazione ha a che fare con la comprensione profonda della persona che si ha davanti

Delle sue peculiarità, delle sue risorse psicologiche così come delle sue fragilità

Lo sviluppo di una relazione che funziona tra terapeuta e paziente è la chiave di volta dei processi di trasformazione promessi dalla psicoterapia. 

…ma come funziona questa relazione psicoterapeutica?

La relazione psicoterapeutica si fonda su un cardine pressoché irripetibile nella vita di tutti i giorni.

Questo cardine riguarda il tipo di ascolto assicurato dal terapeuta al paziente.

Si tratta di un ascolto

  • non giudicante, qualunque sia il contenuto delle comunicazioni, anche quando il paziente sente sconvenienti e/o imbarazzanti i propri pensieri;
  • rispettoso dell’individualità: lo stesso “contenuto” di pensiero (es. la paura di stringere relazioni) può avere significato molto diverso di persona in persona.

Entrambi questi punti sono difficilmente sostenibili in assenza di una solida formazione personale e professionale.

Motivo per cui parlare a uno psicoterapeuta è molto diverso che parlare con qualsiasi altra persona, compresi amici, partner o familiari. 

Attraverso questa forma di ascolto, in psicoterapia è possibile individuare

  • le cause profonde, inconsce, del malessere su cui si basa la richiesta di cura;
  • gli strumenti di riflessione e le “soluzioni” specifiche per la tipologia di problema su cui si chiede aiuto.

La combinazione tra relazione umanamodalità più “operative” di gestione delle situazioni di sofferenza è ciò che consente al paziente di riguadagnare il proprio benessere personale.

Da sola, la relazione non basta (ed è la ragione, spiegata in altri termini, per cui parlare a una persona cara è una soluzione spesso insufficiente).

D’altro canto, se bastasse una lettura soltanto “tecnica” dei problemi del paziente… beh, la soluzione sarebbe un computer, no?

 

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova