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Le basi dell’autostima

L’autostima, in sintesi, è l’insieme di opinioni e giudizi personali rispetto a chi si è.

Questa definizione mette immediatamente l’accento su un aspetto fondamentale:

L’AUTOSTIMA RIGUARDA LA PERSONA CHE CI SI SENTE DI ESSERE, E NON CIÒ CHE SI FA

L’autostima è, innanzitutto, una questione di identità personale.

Ciò che pensiamo di noi stessi, però, finisce spesso per dipendere profondamente da ciò che facciamo.

Si orienta, ad esempio, su quanto successo abbiamo sul lavoro.

Oppure, si lega alla nostra percezione di “appeal” con gli altri: amici, potenziali partner…

In questo modo, il metro di misura del proprio essere diventa la reazione di chi ci sta intorno.

Ne consegue che la propria autostima diventa soggetta a… sbalzi di pressione la cui fonte è esterna da noi.

Perché il punto di vista altrui diventa così fondamentale per sentirsi bene con se stessi?

Autostima e feedback esterni

Cosa c’è alla base della dipendenza dalle altre persone, per quanto riguarda la propria autostima?

C’è un meccanismo problematico quasi elementare, ma al contempo difficile da scardinare:

MENO SENTIAMO DI VALERE,
PIÙ CERCHIAMO ALL’ESTERNO DA NOI FEEDBACK RISPETTO A CIÒ CHE SIAMO

Vale a dire: ricerchiamo fuori di noi qualcosa che invece dovrebbe essere già… dentro.

Le proprie idee di sé, invece, dovrebbero essere svincolate dal punto di vista altrui.

I rapporti e le relazioni con gli altri (amici, colleghi, partner etc.) possono rinforzare la nostra autostima.

Non possono però fornire al nostro posto l’opinione che abbiamo di noi stessi.

La domanda centrale allora diventa

PERCHÉ SONO COSÌ INSICURO, RISPETTO AL MIO VALORE?

La sensazione di insicurezza cronica è in effetti un’espressione piuttosto comune di bassa autostima.

Le ragioni di questa forma di sfiducia in se stessi sono soggettive, variano cioè da persona a persona.

Individuarle è un passo fondamentale per interrompere il circolo vizioso della dipendenza dai feedback altrui.

Autostima e psicoterapia

Quale può essere la funzione di un percorso di psicoterapia, in caso di autostima bassa?

La psicoterapia è la migliore “sonda”, a nostra disposizione, per esplorare le cause profonde dei disagi psicologici.

I deficit di autostima hanno sempre radici antiche.

Gli “scompensi” nella percezione di noi stessi risalgono a esperienze pregresse che condizionano il presente.

Come accennato, non esiste una causa universale, uguale per tutti, né una causa “unica”.

Il malessere emotivo va analizzato all’interno della storia e delle caratteristiche personali di ciascuno.

L’obiettivo fondamentale della psicoterapia è offrire consapevolezza.

Che cos’è che, nel profondo, scatena l’insicurezza esistenziale che porta alla ricerca spasmodica di feedback altrui?

Rispondere a questa domanda significa individuare l’elemento di “malfunzionamento“.

È da questa ricerca che può partire, così, un intervento di “manutenzione“.

È pressoché impossibile modificare il proprio punto di vista se non s’individua cos’è che, alla radice, condiziona il modo di guardare a se stessi.

Arrivare a comprendere profondamente le motivazioni sottese alla propria bassa autostima è un punto di svolta fondamentale.

Ripristinare una buona autostima – o persino… ricostruirla da capo! – passa necessariamente per questo esame di se stessi.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova