fbpx

Relazioni virtuali e fiducia in se stessi

Gli adolescenti trascorrono moltissimo tempo sui social network, e questo è risaputo, e con la pandemia in corso e le relative restrizioni imposte alle possibilità d’interazione diretta, questo tempo è persino aumentato.

È quindi logico attendersi che una parte importante della loro vita sia particolarmente influenzata dalle relazioni virtuali

C’è un aspetto su cui vale soffermarsi con particolare attenzione, ed è quello dell’autostima


L’autostima è una coordinata fondamentale dell’esistenza: credere in se stessi significa

  • sentire di poter agire nel mondo, con le proprie scelte e le proprie iniziative;
  • sentire di potersi guadagnare la fiducia, il rispetto e l’ammirazione degli altri. In una parola, sentire di poter essere amato dagli altri.

Questa fiducia in se stessi e nei propri mezzi comincia a strutturarsi tra l’infanzia e l’adolescenza, ed è frutto

  • delle esperienze che il ragazzo compie all’interno del gruppo degli amici, della scuola, con i primi, potenziali partner amorosi…;
  • della reazione soggettiva a queste esperienze. 

L’autostima in adolescenza è un baricentro cruciale.  Soffrire di bassa autostima, per un adolescente, significa sentire dentro di sé la dolorosa sensazione di non valere abbastanza, di non essere all’altezza.

Una condizione in grado di condizionare pesantemente sia la serenità del suo presente, sia le acquisizioni di esperienza che gli spianano la strada del futuro


Molto spesso, i ragazzi testimoniano una connessione diretta tra la propria autostima e la frequentazione dei social network.

Riferiscono con frustrazione, quando li si incontra nelle scuole o nella stanza di psicoterapia, che la propria immagine di sé dipende anche da ciò che arriva ai loro occhi tramite InstagramTikTokSnapchat

Social network, immagine e autostima

È proprio l’aspetto dell’immagine di sé – un connotato centrale in adolescenza – a essere particolarmente toccato dall’uso dei social. 

Parlare d’immagine di sé, o di autostima, significa trattare il tema di una delle componenti più intime di un adolescente, e allo stesso tempo, più fragile. 

Cos’è che guarda un ragazzo su un social come Instagram?

Guarda le vite degli altri.

O per meglio dire, le vite degli altri così come appaiono attraverso il social: belle, vincenti, elettrizzanti.

Agli occhi di molti ragazzi, chi pubblica una foto o delle stories sembra farlo proprio per ostentare un senso di perfezione e superiorità

Osservare l’apparenza di una vita perfetta innesca una sorta d’immediato meccanismo di confronto:

«Guarda quanti amici ha Luca, a differenza mia!»
«Guarda quante cose fa Chiara, e io invece niente!»

Un adolescente che soffre di bassa autostima può essere particolarmente soggetto a subire il fascino di queste esibizioni.

Ma questo senso di fascino è molto vicino a una forma d’invidia:

«Lui/lei è così popolare, mentre io sono invisibile…»

Molti ragazzi sono colpiti da quanto facile sembri, per i coetanei sui social, avere successo e apprezzamenti da parte degli altri.

Questa osservazione, evidentemente parziale, rinforza la sensazione di essere sbagliati, che in se stessi c’è qualcosa che non funziona.

Perché l’adolescenza è così vincolata all’immagine? 

Spesso, per gli adolescenti è molto difficile aprirsi, e condividere con gli altri parti di se stesso.

L’immagine è più immediata: da quella non si scappa.

Ci sono tanti modi, per un ragazzo, di celare agli altri ciò che si agita dentro:

  • la delusione per un rifiuto da parte della persona amata; 
  • la frustrazione di non sentirsi all’altezza degli altri;
  • la rabbia che segue alla sensazione di sentirsi esclusi;

e così via. 

A differenza dei pensieri e delle emozioni, l’immagine di sé è ciò che più difficilmente si può nascondere. 

E questo vale anche per l’immagine che gli altri “impongono”, attraverso i social: diventano una testimonianza diretta di ciò che non funziona nella vita del ragazzo

Mostrare la propria immagine e guardare quella altrui, insomma, è un gioco a cui in adolescenza è particolarmente difficile sottrarsi. 

Se ci si tiene semplicemente lontani da questo mondo di apparenza, magari non frequentando i social, la sostanza non cambia più di tanto: un adolescente sa che gli altri si divertono e hanno il coraggio di mostrare se stessi. 

Si dice spesso che apparire diventa più importante di “essere”: sembra paradossale, ma tra gli adolescenti questo succede proprio perché l’apparenza di un’immagine sembra più sincera di ciò che ciascun ragazzo sente dentro.

È impegnativo pensare che anche un adolescente la cui vita sembra così perfetta, possa in realtà avere dei problemi.

La psicoterapia dell’adolescente con bassa autostima

Quello appena citato è un punto importante da cui partire nel trattamento di un adolescente che soffre di bassa autostima

L’apparenza che emerge da uno scatto su Instagram o un video su TikTok non è, necessariamente, la realtà. 

Discorsi del tipo 

«Non badare a queste sciocchezze di Instagram, le cose importanti nella vita sono altre!»

funzionano poco, perché per un adolescente la relazione con i coetanei attraverso l’immagine social è fondamentale

Quello che si fa in psicoterapia è un lavoro diverso.

La psicoterapia offre la possibilità

  • d’indagare sulle motivazioni profonde che portano un adolescente a non credere in se stesso, e ad essere di conseguenza così influenzato dall’immagine altrui;
  • di alleggerire il peso del presente, ridimensionando la portata del senso di fallimento personale che consegue al confronto tra l’immagine di sé e quella percepita negli altri.

È basilare non liquidare la sofferenza di un ragazzo con bassa autostima come qualcosa di banale, o che finirà col tempo: quello dell’immagine e dei social è il suo mondo.

Quello che vi succede dentro, quindi, ha un impatto determinante che va analizzato con cura e competenza.

 

Francesco Rizzo

 

Psicologo Psicoterapeuta Padova