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Depressione e isolamento

Depressione Padova – Cura della Depressione a Padova – Dott. Francesco Rizzo Psicologo

La tendenza a isolarsi dagli altri è un’espressione piuttosto tipica della depressione.

Tuttavia, la propensione a stare da soli non è soltanto una conseguenza del sentirsi depressi.

Per questo, parlare di isolamento è come camminare su un terreno scivoloso.

Si fa presto a considerare “patologica” una peculiarità come quella dell’essere una persona solitaria.

Invece, per più di qualcuno, isolarsi è una caratteristica che, semplicemente, fa parte della personalità.

Quindi, per parlare di isolamento nella depressione, è necessario fare questo distinguo:

  • la tendenza all’isolamento di chi è introverso;
  • la tendenza all’isolamento di chi è depresso.

A ben vedere, si tratta di due attitudini molto diverse.

Non c’è nulla di male a volersi prendere dei momenti per stare da soli.

Prendersi del tempo solo per se stessi significa concentrarsi sui propri bisogni e sui propri desideri.

Una scelta che, nella giusta misura, non fa di certo male.

Molte persone sentono l’esigenza, legittima, di staccare col mondo, di tanto in tanto.

Diversamente, l’isolamento cercato da chi vive una forma di depressione è molto più insidioso.

Innanzitutto, è un isolamento a cui la persona depressa si sente costretta.

Le ragioni alla base di questa percezione sono molteplici.

Quasi sempre, la depressione impone un senso di colpa inconsapevole ma potente.

La sensazione di essere colpevoli fa sentire non meritevoli dell’affetto altrui.

Questa autoconvinzione spinge a evitare qualsiasi interazione sociale.

Altresì, sentirsi depressi significa sentirsi stanchi e deprivati di ogni energia.

In questo caso, si parla di depressione mascherata.

Questa forma di depressione esaurisce a tal punto le forze della persona da impedirle qualsiasi “impegno”.

I rischi dell’isolamento depressivo

La persona che sceglie di isolarsi, in alcuni momenti della sua vita, sente che può sempre tornare indietro.

Al contrario, la persona che si isola per depressione innesca un vero e proprio circolo vizioso.

La solitudine diventa una sorta di rifugio sicuro (sicuro in apparenza…).

Fuori, il mondo è percepito come ostile e stressante.

Dentro il guscio, invece, non può succedere nulla.

Nessuno può ferirci.

Stare lontani dagli altri significa, quindi, stare lontani dalla componente frustrante dei rapporti umani.

Per la persona depressa, diventa quasi un bisogno:

«Non riesco a stare al passo degli altri, quindi è necessario che mi isoli…»

Insomma, è come se l’isolamento depressivo “disallenasse” dalle relazioni.

Si comincia a sentire che… è meglio così.

Tuttavia, interrompere progressivamente i rapporti con gli altri è una circostanza del tutto disfunzionale.

Questa frase ha una spiegazione “pratica” e una spiegazione più “umana”.

La spiegazione pratica è che qualunque persona ha bisogno degli altri per motivi molto concreti.

Un esempio? Il lavoro.

L’isolamento da depressione, molto spesso, impedisce di lavorare a chi ne soffre.

Nello specifico, finisce per non consentire di recarsi sul posto di lavoro.

Oppure, per non permettere di avere quelle minime interazioni necessarie per portare avanti le proprie mansioni.

Invece, la spiegazione “umana” ha a che fare col rapporto profondo che abbiamo con le altre persone.

Chi è depresso arriva a scansare gli altri.

Anche gli altri più significativi:

  • la famiglia;
  • gli amici;
  • il partner, attuale o potenziale che sia.

Poter cercare l’affetto delle persone care è, invece, basilare sia per chi è depresso sia per chi non lo è.

Nel caso della depressione, contare sugli altri può diventare persino una necessità.

L’isolamento impedisce di chiedere aiuto.

Così, anche in questo caso, si può parlare di circolo vizioso.

Isolarsi dalle persone significa non poter più fare affidamento sul loro sostegno.

Una difficoltà che rende ancora più dura uscire dalla depressione.

Isolarsi… con lo psicologo

È evidente che anche chiedere aiuto alla psicoterapia, in una simile condizione, diventa complicato.

La depressione convince che qualunque intervento è inutile: non c’è speranza.

In più, la persona che isola perché depressa sottrae a se stessa anche l’opportunità del confronto con gli altri.

Se anche solo un minimo si avverte che questo isolamento è un problema, provare a contattare un professionista diventa un primo passo fondamentale.

Intraprendere un percorso di psicoterapia può rappresentare una prima chance di… reinserimento sociale.

Si ha a che fare con una persona in carne e ossa, tanto per cominciare (anche quando la terapia è online).

Ma qual è la differenza tra uno psicoterapeuta e le altre persone?

Per chi è depresso, la differenza principale riguarda la possibilità di trovare in psicoterapia uno spazio:

  • tutto suo;
  • dove non si sentirà giudicato per i suoi problemi;
  • dove verrà preso sul serio.

Se è vero che l’isolamento depressivo toglie allenamento nelle relazioni, la psicoterapia può rimettere in moto il processo in una sorta di ambiente protetto.

Nell’immediato, è un’opportunità di grande sollievo per la persona depressa: sentire di avere almeno un luogo dove poter essere se stessi senza problemi.

A lungo termine, la psicoterapia aiuta a individuare le radici nascoste della depressione.

Questo lavoro di indagine sulle cause profonde è imprescindibile, se si vuole intervenire sul problema.

Anche in questo senso, diventa centrale la necessarietà degli altri.

Non si sconfigge da soli una “bestia” come la depressione.

Concedersi la chance di lasciarsi aiutare è quindi cruciale, e farlo con un professionista è l’idea migliore.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova