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Perché penso di non meritare nulla?

Può sembrare sorprendente, ma non merito nulla è una frase che si sente spesso, in psicoterapia.

La formula può variare leggermente:

«Non merito le cose belle che mi succedono…»

«Il mio partner è così buono con me e io non lo merito…»

«Mi sento un bugiardo/una bugiarda quando qualcuno mi fa un complimento…»

Non merito nulla dà espressione a uno stato d’animo tra i più spiacevoli.

Parliamo della sensazione di essere un bluff.

Di mentire alle persone che ci ritengono degni d’amore e/o di stima.

Questa sensazione, spesso, assume particolare forza nelle relazioni d’amore.

È difficile, per alcune persone, accettare l’idea di essere amati esattamente per ciò che si è.

Da che cosa dipende questa difficoltà a sentire di meritare l’amore che si riceve?

Non merito nulla perché non valgo nulla

In estrema sintesi, chi sente di non meritare nulla ragiona su di sé in questo modo.

La persona che “non merita nulla” è una persona che non si piace.

Ovviamente, questo autogiudizio non ha a che fare con una valutazione estetica di se stessi.

Per lo meno, non solo.

Avere una scarsa considerazione di sé è un’emozione a 360°.

Ha a che fare con la propria immagine corporea così come con la propria personalità, il proprio carattere…

L’idea condensata nella frase non merito nulla è proprio connessa a ciò che si è come persona.

Può sembrare banale, addirittura infantile, ma sentire di non meritare nulla significa sentirsi cattivi.

Sentirsi cattivi significa convincersi di avere qualcosa che non va dentro di sé.

Alcuni pazienti la descrivono come la percezione che ci sia qualcosa di marcio nella propria interiorità.

Qualcosa che non può essere né salvato né amato.

Così, ricevere stima, ammirazione, amore, genera addirittura senso di colpa.

È un senso di colpa legato alla certezza di stare mentendo alle persone.

Involontariamente, certo; ma comunque ci si sente dei bugiardi, dei bluffatori.

…merito almeno la psicoterapia?

Quanto descritto fino a questo momento ha a che fare con un deficit di autostima.

L’autostima, per riassumere, è l’insieme di opinioni e giudizi personali rispetto a chi si è.

Credere di non essere una persona degna di amore è un’espressione ricorrente della bassa autostima.

In diverse circostanze, questa autopercezione diventa un ostacolo anche per la psicoterapia.

L’ascolto comprensivo di uno psicoterapeuta può generare altrettanto senso di colpa:

«Non merito l’amore di nessuno, nemmeno del mio terapeuta che è così empatico con me…»

Eppure, la psicoterapia è l’opportunità più preziosa, per chi soffre di bassa autostima e crede di non meritare nulla.

In che modo agisce la psicoterapia?

Prima di tutto, la psicoterapia può arrivare alla radice profonda della severità con cui si tratta se stessi.

Non merito nulla è una convinzione che ha radici più antiche di quanto si possa pensare.

Le distorsioni nell’immagine di noi stessi risalgono a esperienze pregresse che condizionano il presente.

Non esiste una causa universale, uguale per tutti, né una causa “unica”.

Il disagio emotivo va compreso ed esaminato all’interno della storia e delle caratteristiche personali di ciascuno.

L’obiettivo fondamentale della psicoterapia è offrire consapevolezza.

Che cos’è che, nel profondo, alimenta la certezza di non valere nulla?

Poter rispondere a questa domanda è fondamentale

Significa arrivare al cuore del malessere e individuare un punto d’inizio del lavoro psicoterapeutico.

Si può immaginare la psicoterapia della bassa autostima come una ristrutturazione progressiva dell’idea di sé.

Per “ristrutturare” ciò che si è, bisogna partire dalle fondamenta.

In questo caso, partire dalle fondamenta significa arrivare a ciò che c’è sotto.

Ovvero, ciò che nel profondo impedisce di sentirsi all’altezza.

Arrivare a comprendere profondamente le motivazioni sottese alla propria bassa autostima è un punto di svolta fondamentale.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova