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Sentimento di vergogna in adolescenza

Il sentimento di vergogna in adolescenza è uno stato che merita un inquadramento accurato.

In linea generale, si può dire che provare vergogna è un’esperienza sgradevole, persino dolorosa.

Provare sempre vergogna è qualcosa che va oltre.

È una condizione che intacca in profondità il benessere personale, in adolescenza così come in età adulta.

E questo perché contamina uno dei bisogni più stringenti per stare bene: il bisogno di sentirci sicuri nelle relazioni con gli altri.

Per sicuri, in questo caso, intendiamo

  • sufficientemente tranquilli da stabilire delle interazioni rilassate con gli altri;
  • sufficientemente sereni da sopportare la prospettiva di un rifiuto.

Il sentimento della vergogna è, allo stesso tempo, causa e conseguenza di un’insicurezza che ostacola i “normali” scambi con gli altri.

Sentirsi imperfetti, inadeguati, fuori posto, etc… ha l’effetto di stroncare sul nascere qualsiasi tentativo di contatto con le altre persone.

Rinunciare alla possibilità stessa di interagire con i coetanei

  • impedisce di “allenarsi” alle relazioni, anche solo trovando un pretesto per attaccare bottone;
  • aumenta il senso di vergogna personale, perché intensifica la convinzione di essere sbagliati.

La vergogna attiva insomma un circolo vizioso difficile da interrompere.

Come si manifesta la vergogna in adolescenza

Provare vergogna significa sentirsi vergognosi.

In pratica, significa sentire di avere caratteristiche che ci renderanno oggetto di disapprovazione da parte degli altri.

Ha quindi a che fare con lo sguardo altrui e con la certezza di essere mal giudicati per

  • un modo “sbagliato” di rivolgere la parola;
  • le maniere impacciate con cui si atteggia il corpo;
  • un quoziente basso di attrattiva estetica (insomma, il sentirsi brutti);

e così via.

La certezza di essere repellenti verso chi ci sta intorno non può che bloccare i tentativi di stringere relazioni col resto del mondo.

Chi si lancerebbe mai in un’iniziativa di conoscenza, se fosse sicuro di un insuccesso fragoroso?

Si tratta quindi di un sentimento ben più gravoso della “semplice” timidezza.

L’adolescente che prova vergogna per se stesso è iperattento a ciò che fa e a come lo fa – un esempio calzante può essere sempre un’occasione sociale del tipo rivolgo la parola a qualcuno.

Una forma di automonitoraggio che finisce per rendere “posticce” le interazioni e trasmettere all’altro proprio quell’insicurezza che si vorrebbe tanto nascondere.

Psicoterapia della vergogna in adolescenza

Si è sottolineato come il senso di vergogna sia un antagonista formidabile delle relazioni sociali.

Possiamo aggiungere che la stessa vergogna si fa ostacolo anche della possibilità di cambiare attraverso la psicoterapia.

La ragione è legata proprio all’insicurezza con cui si affrontano le interazioni con gli altri.

O per meglio dire, alla radice profonda di questa insicurezza:

la certezza di avere, dentro di sé, qualcosa che allontana gli altri.

Qualcosa, insomma, per cui è legittimo provare vergogna…

Parliamo di un sentimento che, a ben vedere, rende difficile anche aprirsi con lo psicoterapeuta.

La paura di essere malgiudicati si impone anche in questa occasione.

Il primo “traino motivazionale” con un adolescente deve essere la garanzia che in psicoterapia non esiste forma di giudizio.

Che qualunque azione, o pensiero, non sarà mai motivo di critica o riprova.

Per cominciare a “sciogliere” l’insicurezza alla base della vergogna, il primo passo è proprio assicurare uno spazio “protetto” dove le proprie parti più intime del paziente possano venir fuori.

Soltanto quando l’adolescente si sentirà sufficientemente fiducioso di potersi affidare alla psicoterapia, sarà possibile lavorare sulla vergogna (e su qualsiasi altra problematica).

Il punto focale della psicoterapia è individuare la causa profonda e personale dell’insicurezza che genera vergogna.

In altri termini, l’origine di questo sentimento per quello/a specifico/a ragazzo/a.

Queste cause sono personali, vale a dire, dipendono

  • dalle esperienze;
  • dalla storia personale;
  • da specifiche caratteristiche soggettive.

È soltanto attraverso un lavoro “personalizzato” su queste dimensioni che è possibile intervenire sulla situazione di disagio.

Vale per la vergogna, e in generale, vale per qualsiasi malessere psicologico.

Cos’è che in quell’adolescente, unico e irripetibile, genera una così feroce ansia relazionale?

È questa la domanda su cui è necessario poter ragionare.

Francesco Rizzo

Psicologo Psicoterapeuta Padova